Itinerari di antropologia culturale - Edizioni dal Sud

€ 14.50 · 4.8 (290) · In Magazzino

Di uno scrittore di uomini misteriosi

Il libro esamina alcuni itinerari dell'antropologia culturale particolarmente significativi, per comprenderne l'attuale configurazione e per individuare i compiti a cui essa, in situazioni storiche diversificate da quelle in cui nacque, può oggi essere chiamata. Ma "itinerari" nel titolo si riferisce anche a un'innegabile caratteristica dell'antropologia culturale, quella del suo collegamento con il viaggio: sua caratteristica talmente peculiare, da comportarne la riorganizzazione, una volta che l'antropologo deve ormai, come già Lévi-Strauss diceva in Tristi Tropici, e a maggior ragione oggi con la mondializzazione del mercato, dare l'addio ai viaggi, in seguito alla scomparsa delle culture differenti. Si pone, di conseguenza, una questione epistemologica che richiede la riflessione critica sulla formazione degli strumenti concettuali e degli "oggetti" stessi dell'antropologia culturale. Per questa strada, ci si trova di fronte al problema del rapporto dell'antropologia culturale con la linguistica e con la semiotica, e a quello del rapporto dell'"oggetto culturale" (il mito, per esempio) con la lingua e più in generale con i sistemi segnici, verbali e non verbali. La stessa questione della differenza, oggetto privilegiato dell'antropologia culturale, si decide principalmente in base alla lingua, come soprattutto risulta dal sistema dell'apartheid.
Il libro esamina alcuni itinerari dell'antropologia culturale particolarmente significativi, per comprenderne l'attuale configurazione e per individuare i compiti a cui essa, in situazioni storiche diversificate da quelle in cui nacque, può oggi essere chiamata. Ma itinerari nel titolo si riferisce anche a un'innegabile caratteristica dell'antropologia culturale, quella del suo collegamento con il viaggio: sua caratteristica talmente peculiare, da comportarne la riorganizzazione, una volta che l'antropologo deve ormai, come già Lévi-Strauss diceva in Tristi Tropici, e a maggior ragione oggi con la mondializzazione del mercato, dare l'addio ai viaggi, in seguito alla scomparsa delle culture differenti. Si pone, di conseguenza, una questione epistemologica che richiede la riflessione critica sulla formazione degli strumenti concettuali e degli oggetti stessi dell'antropologia culturale. Per questa strada, ci si trova di fronte al problema del rapporto dell'antropologia culturale con la linguistica e con la semiotica, e a quello del rapporto dell'oggetto culturale (il mito, per esempio) con la lingua e più in generale con i sistemi segnici, verbali e non verbali. La stessa questione della differenza, oggetto privilegiato dell'antropologia culturale, si decide principalmente in base alla lingua, come soprattutto risulta dal sistema dell'apartheid.

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